lunedì 3 marzo 2014

Dovevo scegliere la pillola azzurra

Per quanto poco voi ci crediate, e nonostante i media facciano di tutto per convincervi del contrario, non cambia molto se un medico visita un paziente" normale" o uno "raccomandato".
Il fatto è che i medici  per lavoro - ma  proprio per lavoro dico, eh!-  curano la gente e considerano come fine il riuscire a guarirla, così come il meccanico considera il suo lavoro farvi ripartire la macchina.
In Italia invece la mentalità più diffusa è che se ti senti male non cerchi un medico, ma cerchi qualcuno che conosca un medico, perché così sei "raccomandato".
Ognuno di noi quindi, chiede a turno favori a dei colleghi che molto spesso si riducono a "Falle un po' di moine", visto che un bravo professionista non ha bisogno di spiegazioni né di raccomandazioni per fare bene il suo lavoro.
Per quanto sembri strano, proprio per questo motivo, raramente noi medici chiediamo favori per far visitare noi stessi: di solito sappiamo che la cosa più semplice è prendere un appuntamento come tutti ,e questo è esattamente quello che ho fatto io per il certificato del baby nuoto di Sofia.
Giunti dunque al giorno dell'appuntamento siamo andati alla piscina all'orario stabilito e siamo entrati nel piccolo studio. Ci siamo presentati al medico e Sofia, da bambina bravissima, si è spogliata e si è fatta visitare senza fare un fiato. Io non mi sono qualificata come collega, perché non mi sembrava ce ne fosse alcun bisogno.
Mentre il medico faceva l'elettrocardiogramma io sbirciavo pigramente la strisciata che usciva.
Premetto che io non sono un'esperta di elettrocardiografia: so riconoscere e trattare i ritmi pericolosi per la vita, perché fanno parte del mio lavoro, ma al di fuori di quelli conosco giusto le alterazioni basilari, e se le vedo chiamo un cardiologo per una diagnosi più fine.
Ecco: mentre guardo il foglio su cui è registrato il cuore di mia figlia vedo una di queste alterazioni.
Il cuore mi balza in gola e nella mia testa comincia a sfilare  una sequenza di cardiochirurgia pediatrica, Sofia aperta sul tavolo operatorio, le complicanze dell'intervento e qualsiasi possibile orrore io abbia visto nella mia carriera  moltiplicato per mille e balbetto: "ha...ha le T invertite!!!"
Il collega si gira e mi guarda, poi con voce rassicurante ma un po' stupita dice: "Si, è normale; nei bambini fino ai 14 anni è un reperto fisiologico..." e mi guarda interrogativo.
"Ah...."esalo io che nel frattempo ho un infarto in corso, "ah...scusa...sai, sono una collega..."
"non lo sapevi ? "
"no...ehm...no."
"Comunque è tutto a posto, la bimba sta benissimo, non c'è alcuna difficoltà a dare l'idoneità"

ed io mi sono chiesta, per l'ennesima volta cosa aveva che non andava la facoltà di scienze politiche...

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