lunedì 3 settembre 2012

Dei molti dilemmi del rapporto medico-paziente

Pazienti, io vi amo. Davvero. Ma ogni tanto non lo so che c'avete in testa. Voi e anche i vostri parenti. Capisco che per i non medici sia difficile entrare nei meccasmi della sanità. Capisco che la cultura scientifica media di questo paese sia a livelli infimi. Però il buonsenso è gratis. Acquistatene un po' dal tabaccaio invece delle solite Philip Morris.
Un settacinquenne logorroico ha passato mezz'ora a spiegarmi tutte le implicazioni emotive della sua infiammazione al pene che nessun urologo ha saputo riconoscere; la moglie, che cercava di tanto in tanto di approfondire con dei cenni anamnestici, è stata  bruscamente messa a tacere con dei secchi "Maria, fammi parlare!", e anche per me non c'è stato verso di infilare una domanda finchè lui non ha finito tutto quello che aveva da dire sull'argomento.
Un uomo di 75 anni che riesce a parlare con tanta disinvoltura e ricchezza di particolari del suo pisello con una giovane donna e davanti a sua moglie, merita comunque un certo rispetto; restano da indagare gli oscuri motivi che lo portano ritenere che una sconosciuta anestesista - che passa a fare le visite in un reparto pieno zeppo di urologi - sia la persona giusta a cui aprire il suo cuore.
Altra cosa: io lo so che voi avete bisogno di qualcuno che si faccia carico di voi, però è inutile che mi raccontate tutta la storia della vostra famiglia da quando siete passati al bipedismo ad oggi. Io posso curare un paziente, non psicanalizzare una famiglia. E sopratutto: perchè volete essere psicanalizzati da me che faccio l'anestesista? al massimo chiedetemi dei sedativi pesanti.
Magari non risolvono il vostro problema, ma il mio si.

1 commento:

SkyWalker ha detto...

posso avere dei sedativi pesanti? giuro che non voglio essere psicanalizzata...anzi meno domande e più propofol u.u